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La città di San Cataldo si estende nell'altopiano tra Portella del Tauro e Monte Babbaurra. A pochi km dall'abitato, ben poche sono le testimonianze ancora in piedi. Le recenti scoperte archeologiche hanno però messo in risalto il sito da quando l'attenzione si è spostata sui puntatori solari, una sorta di calendario astronomico che indica con precisione i vari solstizi. Si tratta per lo più di rocce naturali che dominano il paesaggio circostante e fungono da punto di riferimento; molto probabilmente i villaggi venivano costruiti in funzione di questi puntatori.
La roccia in questione città si presenta con un foro ben lavorato e orientato perfettamente con il tramonto del solstizio d'estate, l'altare si trova nella collina intermedia e l'accesso è consentito con una piccola scalinata. Anche l'altare risulta orientato e molto probabilmente c'era una struttura di copertura con diverse camere come si nota dalle pietre ben lavorate, in un pianoro si trova probabile un recinto sacro con diversi macigni di notevoli dimensioni. Il sito è stato considerato un punto sacro per diversi millenni e varie civiltà si sono susseguite.
Eretta nel 1974, la chiesa dedicata a san Giuseppe, si presenta ad unica nave, con un superbo altare maggiore e 4 strutture lignee di mano francescana.
A guardia dell'antica regia trazzera Caltanissetta - Agrigento, si erge una struttura in pietra locale intagliata, una villa estiva nella contrada Raffondo-Raffonero.
Un costone roccioso segnala la presenza dell'uomo già in epoca preistorica e ci appare ricco di tracce di riutilizzo della necropoli.
Seppur poche le testimonianze rimaste, le recenti scoperte archeologiche hanno messo in risalto il sito per via di una sorta di calendario astronomico che indica i vari solstizi.
L'abitato si sviluppa su un pianoro orientato a nord-est e a sud-ovest, lungo la via per Agrigento. Un'area di interesse strategico per il controllo e la difesa della vallata.