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Il castello della baronia di Fiumesalato sorgeva sul punto più elevato della zona urbana. Posto a guardia di un territorio percorso da vie di comunicazione che congiungevano Caltanissetta ad Agrigento, Mussomeli, Sutera, aveva anche la funzione di raccogliere - sotto gli occhi vigili del castellano - i prodotti della terra e dell'allevamento, in prevalenza ovini e maiali. Pur rappresentando il potere del barone, non ospitava i Galletti i quali ancora nella prima metà del '600 preferivano alloggiare, nel trasferirsi per brevi spostamenti da Palermo, nel loro palazzo di Caltanissetta la cui ubicazione al momento rimane sconosciuta.
Il perimetro murario rispettava la conformazione orografica del terreno, circoscrivendo uno spazio poligonale che comprendeva le attuali vie Regina Elena, Bellomo e Roma. A livello urbanistico si snoda seguendo un andamento a spirale che dà vita ad un susseguirsi di caratteristiche scalinate, intimi e solitari viuzze e cortili. Dell'antico maniero, non rimane alcuna traccia, se non alcuni elementi connessi ai magazzini ubicati in via Marsala. La presenza di grotte artificiali adoperate nel corso del tempo per vari usi, abitazioni, stalle e garage denuncia l'esistenza di una necropoli.
Nel 1780 fu installato l'orologio con quattro quadranti e nel 1959 la torre fu abbattuta, e successivamente ricostruita su progetto dell'ingegnere Alfonso Augello.
Costruita nel 1849, fu aperta al culto nel 1868 e dedicata alla Madonna Addolorata come era stato espresso dal committente.
Un impianto architettonico scenografico e maestoso per drammatizzare la sacra rappresentazione della Scinnenza e per custodire le vare della via Crucis.
La facciata si ispira a modelli tardo-rinascimentali e accoglie un portale a tribuna affiancato da due severi portalini timpanati e un campanile a vela con due fornici.
Il quartiere si snoda seguendo un andamento a spirale che dà vita ad un susseguirsi di caratteristiche scalinate, intimi e solitari viuzze e cortili.
Aperta al culto nel 1620 per volere del fondatore del paese, trova collocazione su una necropoli di epoca preistorica e nei pressi del castello.
Eretta nel 1947 sotto il titolo della Madonna delle Grazie, fu consolidata nel 1958. L'anno dopo fu solennemente riaperta al culto. Recentemente, nel 2014, la chiesa è stata restaurata.
Costruito nell'800 e progettato dall'architetto palermitano Tommaso Di Chiara che disegnò anche il palazzo dei Galletti di Palermo ubicato in piazza Marina.
Nella seconda metà del '700 la chiesa del Purgatorio fu governata dalla confraternita del Signore del Mestiere sino al 1820.
La prima testimonianza della sua esistenza risale al 1710. Nel 1860 fu ricostruita da maestranze locali e nissene per volere di un facoltoso “borghese” Giacomo Oddo.
Sorta nel '600, la chiesa fu ricostruita nei primi anni del '700 e ulteriormente rimaneggiata nella prima metà del secolo successivo.