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Lungo l'asse viario principale, già trazzera regia Caltanissetta-Agrigento, si affaccia la chiesa della Madonna del Rosario con la sua torre campanaria, simbolo di un cristianesimo civico che ha contrassegnato la comunità sino agli anni '60 del secolo scorso. Sorta intorno alla prima decade della seconda metà del ‘600, fu gestita sino alla prima metà dell'800 dalla confraternita omonima. La chiesa fu ricostruita nei primi anni del ‘700 e ulteriormente rimaneggiata nella prima metà del secolo successivo. Alla seconda fase appartiene la realizzazione del prospetto attestata dalla data riportata sopra il portale, 1786. La facciata si apre con il portale bronzeo eseguito nel 2000 dall'artista romano Ennio Tesei e composto da sei formelle che raccontano la vita di Maria; la parte sommitale del prospetto termina con un timpano triangolare che poggia su un architrave dalle linee molte semplici.
Alla chiesa è addossata la torre campanaria a base quadrata, costruita con conci di pietra e si leva su due livelli: l'ordine inferiore accoglie la cella campanaria; il secondo invece, segnato da un marcapiano, appartiene al Comune che nella seconda metà dell'800 ha provveduto a sopraelevare il campanile ed a collocarvi un orologio nel 1890. La torre si chiude con una lanterna in ferro battuto. L'interno è a una navata coperta da volta a botte arricchita da stucchi e affreschi e fiancheggiata da altari. I primi, eseguiti nel 1847, sono opera dello stuccatore Calogero Seste abitante a Serradifalco, mentre i dipinti del 1853 documentano la presenza in paese dell'interessante pittore gelese Emanuele Catanese. Più volte ritoccati anche in modo invasivo, al punto da alterarne i tratti originali, i 13 riquadri narrano le vite di Maria e di Gesù. Si possono ammirare opere sette-ottocentesche, quali la Madonna del Rosario dell'agrigentino Calogero Cardella del 1876, collocata sull'altare maggiore, e il simulacro ligneo policromo firmato e datato da Girolamo Bagnasco del 1796 rappresentante San Francesco di Paola, chiamato localmente San Franciscu niuru.
Nel 1780 fu installato l'orologio con quattro quadranti e nel 1959 la torre fu abbattuta, e successivamente ricostruita su progetto dell'ingegnere Alfonso Augello.
Costruita nel 1849, fu aperta al culto nel 1868 e dedicata alla Madonna Addolorata come era stato espresso dal committente.
Un impianto architettonico scenografico e maestoso per drammatizzare la sacra rappresentazione della Scinnenza e per custodire le vare della via Crucis.
La facciata si ispira a modelli tardo-rinascimentali e accoglie un portale a tribuna affiancato da due severi portalini timpanati e un campanile a vela con due fornici.
Il quartiere si snoda seguendo un andamento a spirale che dà vita ad un susseguirsi di caratteristiche scalinate, intimi e solitari viuzze e cortili.
Aperta al culto nel 1620 per volere del fondatore del paese, trova collocazione su una necropoli di epoca preistorica e nei pressi del castello.
Eretta nel 1947 sotto il titolo della Madonna delle Grazie, fu consolidata nel 1958. L'anno dopo fu solennemente riaperta al culto. Recentemente, nel 2014, la chiesa è stata restaurata.
Costruito nell'800 e progettato dall'architetto palermitano Tommaso Di Chiara che disegnò anche il palazzo dei Galletti di Palermo ubicato in piazza Marina.
Nella seconda metà del '700 la chiesa del Purgatorio fu governata dalla confraternita del Signore del Mestiere sino al 1820.
La prima testimonianza della sua esistenza risale al 1710. Nel 1860 fu ricostruita da maestranze locali e nissene per volere di un facoltoso “borghese” Giacomo Oddo.
Sorta nel '600, la chiesa fu ricostruita nei primi anni del '700 e ulteriormente rimaneggiata nella prima metà del secolo successivo.