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Ciàula scopre la luna: opera scultorea, dell'artista nisseno Lillo Giuliana

Ciàula scopre la luna: opera scultorea, dell'artista nisseno Lillo Giuliana

LILLO GIULIANA. Caltanissetta 1953

Svolge la sua attività espositiva dagli anni 80. Il suo interesse per la spazialità, la materia e il geometrismo dei segni, lo conducono alla ricerca: “Scrittura come Scultura”. Negli ultimi anni è presente a importanti manifestazioni internazionali tra le quali: 52ª Biennale di Venezia, con il progetto “Camera 312, Promemoria per Pierre”, dedicato a Pierre Restany a cura di R.Maggi. La mostra itinerante “Esserci”13x17, Padiglioneitalia a cura di Philippe Daverio e Jean Blanchaert, inaugurata nella chiesetta di San Gallo a Venezia e che si è conclusa presso lo Studio Berengo di Murano. Nel 2009 realizza, per “Fiumara dArte” di A. Presti, lOpera monumentale “In me regna la Bellezza” per “La Porta della Bellezza”, di Librino a Catania. Nel 2010 è presente nella mostra “Generaction” un promemoria per le generazioni allUniversità del Melo di Gallarate. Dal 2011 al 2015 ha partecipato ad “Art Factory” organizzata dalla Galleria Arionte artecontemporanea. Nel 2011 partecipa alla 54ª Biennale di Venezia, Padiglioneitalia, allestita nella Sala Nervi del Palazzo delle Esposizioni di Torino a cura di Vittorio Sgarbi. A Caltanissetta realizza due sculture monumentali in terracotta refrattaria per il Museo Mineralogico “Sebastiano Mottura”. Nel 2012 a cura di C. Strano partecipa alla mostra “Barocco Austero” presso il complesso dei Benedettini a Catania e successivamente al Museo del Barocco della città di Noto (SR). Nel 2015 è presente a: “LIsola Vissuta” presso lArchivio di comunicazione visiva e libri di artista a San Cataldo-CL. Nel 2016, una sua opera “Ordine/Disordine” entra a far parte della collezione di “Libri dartista” allaccademia di Belle Arti di Palermo.

CIAULA SCOPRE LA LUNA

... Grande, placida, come in un fresco luminoso oceano di silenzio, gli stava di faccia la Luna. Sì, egli sapeva, sapeva che cos'era; ma come tante cose si sanno, a cui non si è dato mai importanza. E che poteva importare a Ciàula, che in cielo ci fosse la Luna? Ora, ora soltanto, così sbucato, di notte, dal ventre della terra, egli la scopriva. Estatico, cadde a sedere sul suo carico, davanti alla buca. Eccola, eccola là, eccola là, la Luna... C'era la Luna! la Luna! E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell'averla scoperta, là, mentr'ella saliva pel cielo....
Luigi Pirandello, Novelle per un anno, Ciàula scopre la Luna, 1907
Ciàula, un povero ragazzo che lavora in una miniera di zolfo in Sicilia (la miniera a cui si ispirò Pirandello è la "Taccia Caci", dove lavorò suo padre, che si trova ad Aragona), è il caruso di un minatore chiamato Zi Scarda, alle dipendenze di Cacciagallina. Quella notte Ciàula, stravolto per la fatica, ma soprattutto impaurito per il buio che troverà uscendo dalla miniera, trasporta il sacco pieno di zolfo verso la superficie. Quando arriva in prossimità degli ultimi scalini, con grande stupore si accorge di essere circondato da una luce che lui paragona a quella del sole. Sbalordito, lascia cadere il sacco dalle spalle e, sollevate le braccia, apre le mani nere verso la fonte di luce che scopre essere la luna. Ciàula sapeva dell'esistenza della luna, ma non si era mai soffermato ad osservarla, solo allora la scopre veramente. Si siede sul sacco appena davanti alla miniera e resta a guardare la luna e incomincia a piangere senza volerlo, né saperlo.

L'OPERA “CIÀULA SCOPRE LA LUNA”

In calcare bianco di Comiso e travertino striato di giallo, rappresenta il percorso del caruso Ciàula verso l'esterno della zolfara. Il bianco della roccia calcarea, come un sepolcro imbiancato, nasconde il buio e il fetore dei cunicoli che si snodano sotto lo strato mineralizzato a zolfo, padrone incontrastato con i suoi cristalli dall'elegante abito giallo citrino. Lo zolfo, rappresentato da fasce di travertino striato, separa il buio che si affetta dalla penombra prima dell'apertura verso un cielo notturno schiarito da una Luna grande, che mostra il suo mare della Tranquillità, mentre si tinge magicamente degli stessi colori del minerale. L'inclinazione della porta, voluta dall'artista, simboleggia la precarietà di quei luoghi, spesso attraversati da grida di dolore per il passaggio improvviso della morte.

LILLO GIULIANA. Caltanissetta 1953

It has carried out its exhibition activity since the 1980s. His interest in spatiality, matter and the geometricism of signs led him to research: “Writing as Sculpture”. In recent years it has been present at important international events including: 52nd Venice Biennale, with the project “Camera 312, Promemoria per Pierre”, dedicated to Pierre Restany by R.Maggi. The traveling exhibition “Esserci” 13x17, Padiglioneitalia curated by Philippe Daverio and Jean Blanchaert, inaugurated in the church of San Gallo in Venice and which ended at Studio Berengo in Murano. In 2009 he created, for "Fiumara d’Arte" by A. Presti, the monumental work "Beauty reigns in me" for "The Door of Beauty", by Librino in Catania. In 2010, a reminder for generations at the University of Melo in Gallarate was featured in the "Generaction" exhibition. From 2011 to 2015 he participated in "Art Factory" organized by the Arionte artecontemporanea Gallery. In 2011 he participated in the 54th Venice Biennale, Padiglioneitalia, set up in the Sala Nervi of the Palazzo delle Esposizioni in Turin by Vittorio Sgarbi. In Caltanissetta he created two monumental sculptures in refractory terracotta for the “Sebastiano Mottura” Mineralogical Museum. In 2012, curated by C. Strano, he took part in the “Austere Baroque” exhibition at the Benedictine complex in Catania and later at the Baroque Museum of the city of Noto (SR). In 2015 he is present at: "L’Isola Vissuta" at the Archive of Visual Communication and Artist Books in San Cataldo-CL. In 2016, one of his works "Order / Disorder" became part of the collection of "Artist's Books" at the Academy of Fine Arts in Palermo.

CIAULA DISCOVER THE MOON"

... Large, placid, as in a cool, luminous ocean of silence, the Moon stood in front of him. Yes, he knew, he knew what it was; but as many things are known, which has never been given importance. And what could it matter to Ciàula that there was the Moon in the sky? Now, now only, thus emerging, at night, from the womb of the earth, he discovered it. Ecstatic, he sat down on his load in front of the pit. There it is, there it is, there it is, the Moon ... There was the Moon! The moon! And Ciàula began to cry, without knowing it, unwittingly, from the great comfort, from the great sweetness that she felt, in having discovered her, there, while she was climbing up to the sky....
Luigi Pirandello, Short stories for a year, Ciàula discovers the Moon, 1907
Ciàula, a poor boy who works in a sulfur mine in Sicily (the mine that inspired Pirandello is the "Taccia Caci", where his father worked, who is in Aragon), is the caruso of a miner called Zi Scarda, employed by Cacciagallina. That night Ciàula, distraught with fatigue, but above all frightened by the darkness he will find when he comes out of the mine, carries the sack full of sulfur towards the surface. When he reaches the last steps, he is amazed to realize that he is surrounded by a light that he compares to that of the sun. Dumbfounded, he drops the bag from his shoulders and, raising his arms, opens his black hands towards the source of light which he discovers to be the moon. Ciàula knew of the existence of the moon, but he had never stopped to observe it, only then does he really discover it. He sits down on the sack just in front of the mine and looks at the moon and begins to cry without wanting to or knowing.

THE WORK "CIÀULA DISCOVER THE MOON"

In white Comiso limestone and yellow-streaked travertine, it represents the path of the Caruso Ciàula towards the outside of the sulfur mine. The white of the limestone rock, like a whitewashed sepulcher, hides the darkness and the stench of the tunnels that wind under the sulfur mineralized layer, the undisputed master with its crystals with an elegant citrine yellow dress. The sulfur, represented by strips of streaked travertine, separates the darkness that is affected by the penumbra before opening towards a night sky lightened by a large Moon, which shows its sea of Tranquility, while magically tinged with the same colors as the mineral. The inclination of the door, desired by the artist, symbolizes the precariousness of those places, often crossed by cries of pain for the sudden passage of death.

LILLO GIULIANA. Caltanissetta 1953

Elle exerce son activité d'exposition depuis les années 1980. Son intérêt pour la spatialité, la matière et le géométrisme des signes l'ont conduit à une recherche : « L'écriture comme sculpture ». Ces dernières années, elle a été présente à d'importants événements internationaux, notamment : 52e Biennale de Venise, avec le projet « Camera 312, Promemoria per Pierre », dédié à Pierre Restany par R.Maggi. L'exposition itinérante « Esserci » 13x17, Padiglioneitalia organisée par Philippe Daverio et Jean Blanchaert, inaugurée dans l'église de San Gallo à Venise et qui s'est terminée au Studio Berengo à Murano. En 2009, il crée, pour "Fiumara d'Arte" de A. Presti, l'œuvre monumentale "La beauté règne en moi" pour "La porte de la beauté", de Librino à Catane. En 2010, un rappel pour les générations à l'Université de Melo à Gallarate a été présenté dans l'exposition "Generaction". De 2011 à 2015, il a participé à "Art Factory" organisé par la galerie Arionte artecontemporanea. En 2011, il a participé à la 54e Biennale de Venise, Padiglioneitalia, organisée dans la Sala Nervi du Palazzo delle Esposizioni à Turin par Vittorio Sgarbi. À Caltanissetta, il réalise deux sculptures monumentales en terre cuite réfractaire pour le Musée minéralogique « Sebastian Mottura ». En 2012, sous le commissariat de C. Strano, il a participé à l'exposition « Austère baroque » au complexe bénédictin de Catane et plus tard au Musée baroque de la ville de Noto (SR). En 2015, il est présent à : "L'Isola Vissuta" aux Archives de la communication visuelle et des livres d'artiste à San Cataldo-CL. En 2016, une de ses oeuvres "Ordre / Désordre" fait partie de la collection "Livres d'Artiste" de l'Académie des Beaux-Arts de Palerme.

CIAULA DÉCOUVRIR LA LUNE

... Grande, placide, comme dans un océan de silence frais et lumineux, la Lune se tenait devant lui.Oui, il savait, il savait ce que c'était; mais comme tant de choses sont connues, auxquelles on n'a jamais accordé d'importance. Et qu'importe à Ciàula qu'il y ait la Lune dans le ciel ? Maintenant, maintenant seulement, émergeant ainsi, la nuit, du sein de la terre, il la découvrit.Extatique, il s'assit sur son chargement devant la fosse. La voilà, la voilà, la voilà, la Lune... Il y avait la Lune! La lune! Et Ciàula se mit à pleurer, sans le savoir, à son insu, du grand réconfort, de la grande douceur qu'elle ressentait, de l'avoir découverte, là, alors qu'elle montait vers le ciel....
Luigi Pirandello, Nouvelles pour un an, Ciàula découvre la Lune, 1907
Ciàula, un pauvre garçon qui travaille dans une mine de soufre en Sicile (la mine qui a inspiré Pirandello est la "Taccia Caci", où travaillait son père, qui est en Aragon), est le caruso d'un mineur appelé Zi Scarda, employé par Cacciagallina. Cette nuit-là, Ciàula, éperdu de fatigue, mais surtout effrayé par l'obscurité qu'il trouvera en sortant de la mine, porte le sac plein de soufre vers la surface. Lorsqu'il atteint les dernières marches, il est stupéfait de se rendre compte qu'il est entouré d'une lumière qu'il compare à celle du soleil. Abasourdi, il laisse tomber le sac de ses épaules et, levant les bras, ouvre ses mains noires vers la source de lumière qu'il découvre être la lune. Ciàula connaissait l'existence de la lune, mais il n'avait jamais cessé de l'observer, c'est seulement alors qu'il la découvre vraiment. Il s'assied sur le sac juste devant la mine et regarde la lune et se met à pleurer sans le vouloir ni le savoir.

L'OEUVRE "CIÀULA DÉCOUVRIR LA LUNE"

En calcaire blanc de Comiso et travertin strié de jaune, il représente le chemin du Caruso Ciàula vers l'extérieur de la mine de soufre. Le blanc de la roche calcaire, tel un sépulcre blanchi à la chaux, cache l'obscurité et la puanteur des tunnels qui serpentent sous la couche de soufre minéralisée, le maître incontesté avec ses cristaux à l'élégante robe jaune citrine. Le soufre, représenté par des bandes de travertin strié, sépare l'obscurité qui est affectée par la pénombre avant de s'ouvrir vers un ciel nocturne éclairé par une grande lune, qui montre sa mer de tranquillité, tout en magiquement teinté des mêmes couleurs que le minéral. L'inclinaison de la porte, souhaitée par l'artiste, symbolise la précarité de ces lieux, souvent traversés par des cris de douleur pour le passage soudain de la mort.

LILLO GIULIANA. Caltanissetta 1953

Ha desarrollado su actividad expositiva desde los años ochenta. Su interés por la espacialidad, la materia y el geometría de los signos le llevó a investigar: “La escritura como escultura”. En los últimos años ha estado presente en importantes eventos internacionales como: 52ª Bienal de Venecia, con el proyecto “Camera 312, Promemoria per Pierre”, dedicado a Pierre Restany por R.Maggi. La exposición itinerante “Esserci” 13x17, Padiglioneitalia comisariada por Philippe Daverio y Jean Blanchaert, inaugurada en la iglesia de San Gallo de Venecia y que finalizó en el Studio Berengo de Murano. En 2009 creó, para "Fiumara d’Arte" de A. Presti, la obra monumental "La belleza reina en mí" para "La puerta de la belleza", de Librino en Catania. En 2010, un recordatorio para las generaciones en la Universidad de Melo en Gallarate se presentó en la exposición "Generaction". De 2011 a 2015 participó en "Art Factory" organizado por la Galería Arionte artecontemporanea. En 2011 participó en la 54ª Bienal de Venecia, Padiglioneitalia, creada en la Sala Nervi del Palazzo delle Esposizioni de Turín por Vittorio Sgarbi. En Caltanissetta realizó dos esculturas monumentales en terracota refractaria para el Museo Mineralógico “Sebastiano Mottura”. En 2012, comisariado por C. Strano, participó en la exposición “Barroco austero” en el complejo benedictino de Catania y más tarde en el Museo del Barroco de la ciudad de Noto (SR). En 2015 está presente en: "L’Isola Vissuta" en el Archivo de Comunicación Visual y Libros de Artista de San Cataldo-CL. En 2016, una de sus obras "Orden / Desorden" pasó a formar parte de la colección de "Libros de artista" de la Academia de Bellas Artes de Palermo.

CIAULA DESCUBRE LA LUNA

... Grande, plácida, como en un océano de silencio fresco y luminoso, la Luna estaba frente a él. Sí, lo sabía, sabía lo que era; pero como se conocen tantas cosas, a las que nunca se les ha dado importancia. ¿Y qué le importaba a Ciàula que estuviera la Luna en el cielo? Ahora, solo ahora, emergiendo así, por la noche, del vientre de la tierra, lo descubrió.Extasiado, se sentó sobre su carga frente al pozo. Ahí está, ahí está, ahí está, la Luna ... ¡Allí estaba la Luna! La luna! Y Ciàula se puso a llorar, sin saberlo, sin saberlo, por el gran consuelo, por la gran dulzura que sentía, al haberla descubierto allí, mientras ascendía al cielo....
Luigi Pirandello, Cuentos durante un año, Ciàula descubre la Luna, 1907
Ciàula, un niño pobre que trabaja en una mina de azufre en Sicilia (la mina que inspiró a Pirandello es la "Taccia Caci", donde trabajaba su padre, que está en Aragón), es el caruso de un minero llamado Zi Scarda, empleado de Cacciagallina. Esa noche Ciàula, angustiado por el cansancio, pero sobre todo asustado por la oscuridad que encontrará al salir de la mina, lleva el saco lleno de azufre hacia la superficie. Cuando llega a los últimos escalones, se asombra al darse cuenta de que está rodeado de una luz que compara con la del sol. Atónito, deja caer la bolsa de sus hombros y, levantando los brazos, abre sus manos negras hacia la fuente de luz que descubre que es la luna. Ciàula sabía de la existencia de la luna, pero nunca se había detenido a observarla, solo entonces la descubre de verdad. Se sienta en el saco justo enfrente de la mina y mira a la luna y comienza a llorar sin querer ni saber.

LA OBRA "CIÀULA DESCUBRE LA LUNA"

En caliza blanca de Comiso y travertino rayado amarillo, representa el camino del Caruso Ciàula hacia el exterior de la mina de azufre. El blanco de la piedra caliza, como un sepulcro encalado, esconde la oscuridad y el hedor de los túneles que serpentean bajo la capa de azufre mineralizado, el maestro indiscutible con sus cristales con un elegante vestido amarillo citrino. El azufre, representado por franjas de travertino estriado, separa la oscuridad que es afectada por la penumbra antes de abrirse hacia un cielo nocturno iluminado por una gran luna, que muestra su mar de tranquilidad, mientras mágicamente teñido con los mismos colores que el mineral. La inclinación de la puerta, deseada por el artista, simboliza la precariedad de esos lugares, a menudo atravesados por gritos de dolor por el repentino paso de la muerte.

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